Titolo: L’amore che devi
Autore: Sara Maria Serafini
Pagine: 184
Anno: 2021
Editore: Morellini
Sara Maria Serafini è una scrittrice che ho conosciuto grazie al consiglio di Sara Rattaro, la mia scrittrice contemporanea italiana preferita, e ho iniziato ad apprezzare grazie a Quando una donna un libro toccante che metteva a confronto due donne, due realtà differenti. Qui, troviamo un’altra donna forte, il suo nome è Violante e il suo passato ha un nome: Riccardo.
Violante e Riccardo si incontrano per la prima volta in prima elementare e si riconoscono. Da allora, il loro rapporto subirà diverse trasformazioni: passerà attraverso l’amicizia, l’amore e, infine, la separazione. Tra alti e bassi, restano insieme fino a quando Riccardo parte per l’università e le loro strade si separano. Il romanzo racconta la loro vita da adulti, ma anche tutta la loro storia passata attraverso dei flashback che ci mostrano i giochi in cortile, il primo bacio, le paure, l’affinità e la distanza. Nel presente, Violante è sposata con Lorenzo e ha due figli, Matteo e Sofia. Lorenzo è compagno e marito perfetto, ma lo stesso Violante non riesce a sentire suo il ruolo di moglie e di madre. Un pomeriggio, in un negozio di giocattoli in cui si è recata per acquistare il regalo di compleanno di suo figlio Matteo, rivede per caso Riccardo. Così, il passato irrompe con prepotenza nell’oggi e, da quest’incontro fortuito, si innescherà una catena inevitabile che condurrà Violante fino al tradimento. Ma chi stiamo tradendo davvero, gli altri o noi stessi?
L’amore che devi è un romanzo che ti conquista sin dalle prime pagine, ti entra dentro le vene perché è facile rispecchiarsi nelle parole di Violante. Ella è una donna come noi con paure e ripensamenti, uno sguardo rivolto verso il passato e tutto ciò che è stato. Capita spesso alle donne di chiedersi: Chissà come sarebbe andata sé? Oppure, ripensare a piccoli ricordi legati ad una determinata persona. Certe persone del nostro passato fanno dei giri immensi e ahimé, ritornano per creare disagi e confusione nel presente, soprattutto se sono state sempre presenze assenti. Riccardo è una presenza tossica nella vita di Violante: nel passato la riempiva di speranze, nel presente la scombussola e la riporta in una dimensione dove esisteva un “Noi”. Violante rappresenta in questo caso tutte quelle donne che vivono di speranza di poter cambiare le cose e soprattutto le persone; si spera di poter ottenere delle risposte per degli atti compiuti in passato. Tuttavia, Violante deve fare i conti con le presenze costanti del presente: Lorenzo e i suoi figli, persone che la amano e farebbero di tutto per rivedere la Violante che amano. Questo, perché quando qualcuno che ci ha incasinato la vita ritorna, noi mettiamo in discussione tutto il nostro mondo per riavere piccoli attimi di vecchia gioia.
Chi ha amato almeno una volta nella vita non può non rivedersi nella struggente storia di Violante. Violante ha amato Riccardo in maniera totalitaria, ha vissuto quasi tutta la vita con lui, crescendo insieme e prestando attenzione ad ogni suo gesto. Accanto a lei, però noti un Riccardo che forse vorrebbe solo le attenzioni di Violante e non lei come persona, tanto che le chiede della sua famiglia, senza quasi mai menzionare la sua. Violante ha anche la fortuna di circondarsi di persone che sono come costanti, Angela e Maurizio che per un fortuito caso del destino incrociano le loro vite. Angela è l’amica sempre presente, ad ascoltare e consigliare, a raccattare i pezzi di Violante quando Riccardo si fa vivo ed è quella che la riporta alla realtà. Angela è un personaggio che ho apprezzato molto perché cerca di sostenere Violante ma allo stesso ha paura che la sua vita, il suo mal d’amore possa inquinarla, possa contagiarla come una malattia. Dall’altro canto Maurizio, mi ha ricordato il Massimo di Diego Galdino in “Il primo caffè del mattino” sempre pronto ad ascoltare dietro al suo bancone, osservando una cliente abituale che ormai è più di un semplice consumatore. Arrivata all’ultima pagina, quando ho chiuso il libro, ho avvertito una mancanza, una sensazione di smarrimento, avrei voluto sapere di più dei personaggi. Un libro che si legge tutto d’un fiato e che non avrete voglia di finire talmente è bello. Consigliato assolutamente a chi ama nel passato e vuole smettere e soprattutto per chi si rispecchia nelle riflessioni di Violante. L’amore che devi è come una giornata di primavera in cui il sole è caldo e ci sono tanti bei fiori intorno ma all’improvviso arriva una tempesta inattesa che dura pochi secondi ma che lascia dentro di noi un forte senso di malinconia che cambia la forma delle cose intorno.
INTERVISTA
1) Sara, inizio con una domanda di attualità. Come ha vissuto Sara persona questo periodo particolare che stiamo tutti vivendo?
Ciao Graziana, innanzitutto grazie per quest’intervista, sono sempre molto felice di chiacchierare con te. Tornando alla domanda, sono stati due anni di quasi isolamento. Dico “quasi” perché è venuta a mancare completamente la parte sociale. L’anno scorso ho lavorato in DAD, quest’anno in presenza. Uscire di casa, vestirsi e spostarsi almeno per andare a scuola mi ha fatto sentire meno alienata. Ma la verità è che non sono più abituata alla vita di prima. Ho cercato di colmare questo vuoto enorme scrivendo, lavorando a testi di altri scrittori, correggendo bozze. Ho passato tantissimo tempo al pc e a leggere, ma sento che c’è una parte di quella che ero che fa fatica a tornare.
2) Quanto pensi questo periodo abbia influito sul campo letterario?
Purtroppo tantissimo e soprattutto a discapito degli esordienti. Già era difficile che una casa editrice medio/alta puntasse sul lavoro di un illustre sconosciuto prima, adesso è quasi impossibile. Le case editrici, com’è logico, si sono trincerate dietro libri di autori di sicuro successo, pochissime hanno continuato per la loro strada, tra queste la Morellini, che da sempre crede e sceglie voci nuove. Ma si possono veramente contare. Adesso la situazione sta migliorando e spero vivamente che presto l’editoria riprenda il suo ritmo. Il problema delle vendite, secondo me, non è dipeso tanto dai lettori, quanto dalla distribuzione e dal fatto che le librerie nel primo lockdown sono rimaste chiuse. Chi legge ha continuato e continua a farlo, ma se le nuove uscite vengono bloccate, i piani editoriali saltano e il rallentamento è inevitabile.
3) Passiamo a “L’amore che devi”, come nasce questa storia e questo titolo?
La mia poetica sono le relazioni tra le persone. Mi piace indagare sui legami che si creano e si distruggono, sulla verità celata in ognuno di noi. Sulle ombre che ci portiamo dentro. Questa è una storia di ritorno, una storia che ci pone davanti al tema difficile del tradimento. Alla possibilità di ritrovarci, un giorno, a dover scegliere se soffrire o ferire.
4) La copertina del libro è molto particolare, come mai questa scelta e cosa sta a rappresentare per te?
L’illustrazione di copertina è un mio disegno. Lo scorso agosto Sara Rattaro, il direttore di collana, mi ha chiesto se avessi per caso un’idea da proporre. Io l’avevo, così ho lavorato in digitale, gliel’ho proposta e a lei è piaciuta subito. L’immagine ritrae proprio Violante, la protagonista del romanzo, e rimanda a una scena particolare, a una frase in particolare: «La differenza tra una carezza e uno schiaffo sta solo nella velocità».
5) Passiamo a Violante, una donna confusa che vive un po’ nel passato. Quanto c’è di te in lei e di lei in te? Cosa ammiri di Violante?
Più che confusa, infelice. Violante si sente inadatta e sempre in colpa perché non è ancora riuscita a essere la madre e la moglie che lei stessa si aspettava di essere. L’infelicità è sempre un fatto di aspettative disattese. La cosa di lei che mi assomiglia è la volontà d’andare a fondo nelle cose, il non restare in superficie. Di lei ammiro l’intelligenza di mettere tutto in discussione.
6) Violante non riesce a lasciare andare il suo passato, ti è mai capitato di vivere una storia d’amore così?
No. Io non amo le cose a metà. Non lascio mai nulla di intentato, ma neanche di indefinito. Se una storia è chiusa è chiusa. In passato, per non correre il rischio di cadere in tentazione e ricercare un amore ancora non dimenticato ho cancellato tutti i recapiti che non conoscevo a memoria. Si deve andare avanti. I ricordi sono affascinanti, amo le canzoni struggenti e mi cullo tra le pagine degli album di foto se fuori piove e sono nostalgica, ma la vita è fatta delle cose e delle persone che restano perché hanno deciso di farlo.
7) Lorenzo e Riccardo, sono due uomini diversi ma che a modo loro hanno amato Violante; in cosa tu pensi l’hanno cambiata o influenzata?
Riccardo e Violante si somigliano. Probabilmente si sono amati moltissimo anche per questo, perché di riflesso hanno imparato ad amare loro stessi. Lorenzo l’ha salvata. Sono due forme d’amore molto diverse. E infatti, con Riccardo lei è Viola, con Lorenzo Violante. Stessa persona, due donne.
8) Nel romanzo compaiono diversi personaggi, che hanno attirato la mia attenzione: Angela, Maurizio… Come mai la decisione di inserire piccoli capitoli su di loro?
Io sono una grande amante di serie tv, sono quasi patologica. Una delle mie preferite è This is us, se non l’hai vista ti consiglio di vederla. Nella serie, i vari personaggi vengono affrontati separatamente in quelli che si chiamano “capitoli pov”, in cui ognuno viene definito a tutto tondo, per cui finisci per affezionarti a tutti, perché conosci ogni storia, ogni ferita, ogni perché di un comportamento. Così, ho voluto utilizzare la stessa tecnica nel romanzo. Angela e Maurizio sono personaggi secondari funzionali alla narrazione, a loro, ma anche a Riccardo e a Lorenzo, ho dedicato dei capitoli punto di vista, che ce li fanno conoscere appieno e ci fanno capire meglio alcune dinamiche.
9) Pensi che Violante abbia fatto la scelta giusta, mettendo la parola “fine” al suo rapporto con Riccardo? Come definiresti il loro legame?
Il problema è che non è stata lei a decidere di terminare la loro storia, semplicemente, dopo vent’anni, le loro vite si sono separate; proprio per questo è un suo nodo irrisolto. Per descrivere il loro legame userei la parola “inevitabile”.
10) Lorenzo, appare un uomo paziente e innamorato. Ti sei ispirata a una figura esistente?
No, una figura sola no. In quasi tutti i personaggi ci sono pezzi rubati qua e là a persone reali. L’unico personaggio creato ex novo è Maurizio, che tra l’altro sta riscuotendo un successo pazzesco e questo mi fa pensare molto: l’uomo ideale è stato creato da una mente femminile.
11) Scriveresti un libro sui personaggi secondari?
Anche questa è una cosa che mi stanno chiedendo in tantissimi. Ci penserò.
12) Progetti in cantiere? Firmacopie in Sicilia?
Sto finendo il terzo romanzo, una storia di violenza, che ci fa riflettere su quanto il sentimento della vendetta, a volte, possa essere salvifico. Protagonisti sono due orfani che hanno vissuto tutta la loro vita, fino ai diciotto anni, in una casa famiglia in cui è accaduta una tragedia che li ha cambiati. È ambientato in America. Le atmosfere, i luoghi, le voci sono completamente diverse da quanto scritto fino a ora. Era una storia che ruggiva, adesso è quasi conclusa e spero che potrete leggerla presto.
Per il firmacopie chi lo sa! Mai mettere limiti a ciò che potrebbe accadere…
Grazie e un abbraccio